La Spagna, un laboratorio della «Scuola nuova»?
DOI:
https://doi.org/10.24452/sjer.41.2.7Parole chiave:
Educazione nuova, Ferrières, Freinet, Spagna, primo dopoguerraAbstract
Nel periodo tra le due guerre, sebbene non si possa definire una «Mecca» dell’educazione, la Spagna contribuisce, come il resto dell’Europa, alla circolazione di idee e di pratiche innovatrici, fra le quali è possibile annoverare la cosiddetta educazione «nuova». Attraverso due esempi, il presente contributo analizza il divario tra le diverse misure di messa in circolazioni di tali innovazioni. Il primo è quello dei grandi centri urbani produttori di élite culturali, che Adolfo Ferrière visita nel 1930. Il secondo è quello degli spazi rurali, destinati alla subalternità, dove i metodi di Freinet sono utilizzati da due insegnanti che lottano contro l’analfabetismo e l’isolamento culturale. Se queste esperienze sono legittimate ed ampliate durante l’età d’oro delle «missioni pedagogiche» della IIa Repubblica, rispondendo all’imperativo della nuova politica, il loro lascito non sopravvive però in egual misura sul lungo periodo.
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