Peer interaction in the teaching of mathematics: explanation and the coordination of knowledge

Autori

  • Pamela Davenport
  • Christine Howe
  • Andrew Noble

DOI:

https://doi.org/10.24452/sjer.22.3.4588

Abstract

Sussiste l’ipotesi che le prestazioni nell’apprendimento della matematica migliorino se gli allievi collaborano e possono spiegare ai compagni le soluzioni dei problemi. Dati empirici depongono in generale a favore di questa ipotesi, benché segnalino i rischi insiti nella distinzione tra la concezione strategica della soluzione dei problemi e la soluzione come tale. Alcune ricerche mettono in luce una possibilità di evitare questi rischi, ad es. chiedendo che dopo aver trovato in comune una soluzione, si sintetizzino dei principi che possano gradatamente entrare in gioco nella diade tutore-allievo. Il contributo analizza questa possibilità sulla base di uno studio condotto con 135 bambini di 9 e 10 anni. Circa la metà del gruppo ha seguito sei unità didattiche impostate secondo la proposta, il resto ha invece lavorato in modo individuale. Il confronto tra il pretest e il test somministrato 4 settimane dopo la sperimentazione mostrano che gli allievi del gruppo sperimentale hanno raggiunto risultati migliori in generale e in particolare al riguardo della coordinazione tra capacità specifica di risolvere i problemi e concezione strategica.

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Pubblicato

2000-10-01

Come citare

Davenport, P., Howe, C. and Noble, A. (2000) “Peer interaction in the teaching of mathematics: explanation and the coordination of knowledge”, Rivista svizzera di scienze dell’educazione, 22(3), pp. 481–507. doi:10.24452/sjer.22.3.4588.